L’impresa del pranzo di Natale tra scelte alimentari e intolleranze
Organizzare un pranzo di Natale tra parenti o amici è diventato sempre più un’impresa: oltre alle scelte alimentari “etiche” più diffuse, come il vegetarianesimo, il veganesimo etc., negli ultimi anni si sono imposte molte scelte di alimentazione dettate dalle intolleranze alimentari, a volte reali e a volte supposte.
Accontentare tutti non è semplice, considerato che c’è chi non mangia carne, chi non mangia glutine, chi ha problemi con il lattosio, chi evita gli zuccheri, chi i grassi… insomma già solo per una cena con 10 persone, la padrona o il padrone di casa si trova spesso a dover creare tre menu diversi.
In questo articolo, con la collaborazione della dietista Veronica Rinco, vedremo come, laddove non si tratti di reali intolleranze, allergie specifiche o problemi dietetici riscontrati da un medico, per le quali è fondamentale seguire le restrizioni prescritte, le scelte spontanee di esclusione di alimenti dettate dalla moda o dall’autoconvinzione possano portare a diete squilibrate e carenze di vitamine, proteine o oligoelementi importanti.
Vedremo poi anche qualche consiglio di buona educazione perché le nostre necessità o le nostre scelte alimentari non diventino un peso per chi sta in cucina durante le tanto attese festività natalizie.
L’ortoressia: il disturbo alimentare dell’”esclusione”
Un sondaggio condotto dall’Istituto IXE’ ha rilevato che 74 italiani su 100 escludono qualche componente dalla loro alimentazione. Per alcuni di questi le limitazioni sono prescritte dal medico, ma per altri la scelta è spontanea, sulla base di una convinzione che escludere alcuni alimenti sia a priori un vantaggio per la propria salute.
In alcuni casi (circa 450.000 persone secondo i dati del Ministero della Salute), si arriva a configurare un disturbo del comportamento alimentare definito ortoressia: una vera e propria ossessione per la qualità del cibo che si mangia.
Ma quali sono le scelte alimentari, necessarie o spontanee, più comuni? Le analizziamo insieme:
Senza zucchero
La riduzione del saccarosio (il comune zucchero da tavola) è indicata per le persone che soffrono di diabete, obesità o malattie cardiovascolari. Per gli altri, fino al 10% delle calorie giornaliere possono derivare dallo zucchero da tavola, secondo i nutrizionisti. La sensibilità individuale allo zucchero inoltre varia molto da persona a persona.
Chi sceglie prodotti sugar free dovrebbe sempre controllare sull’etichetta quale prodotto è stato introdotto per sostituire lo zucchero, cioè quali additivi dolcificanti, e considerare che la scritta in etichetta senza zucchero/i aggiunti, non esclude di per sé la presenza di zuccheri semplici nel prodotto alimentare.
Senza lattosio
Il lattosio, lo zucchero del latte, è mal tollerato da molti adulti, indicativamente 7 persone su 10. I livelli di intolleranza possono essere molto vari ed ovviamente chi è molto intollerante non può far altro che evitarlo. Eliminare il latte e i latticini però comporta anche la rinuncia a elementi come calcio, fosforo, importanti per le ossa soprattutto fino a 25 anni di età, cioè fino a quando le ossa sono in costruzione.
Senza glutine
Mangiare cibi senza glutine (la proteina del frumento formata da gliadina e glutenina) è una moda che abbiamo importato dagli Stati Uniti. Molti sono convinti che questa scelta sia salutare e aiuti a perdere peso, quando in realtà non è così, poiché spesso i prodotti senza glutine sono più calorici e ad alto indice glicemico.
Chi ha una diagnosi certa di celiachia deve necessariamente eliminare dalla propria dieta il glutine, il frumento, l’orzo, il farro. E’ importante rilevare che secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2017 in Italia erano 206.561 le persone diagnosticate celiache, cioè circa lo 0,34% della popolazione. (Fonte: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2808_allegato.pdf). Anche supposto che un ulteriore 70% dei celiaci non sia stato ancora diagnosticato, l’esponenziale crescita del mercato del “senza glutine” indica che un numero elevatissimo di persone, che non ne avrebbero la necessità, rinunciano spontaneamente a pane, pasta ecc., privandosi di elementi importanti per la dieta come carboidrati complessi, proteine vegetali, fibre, sali, vitamine.
Si comprende quanto sia importante evitare il “fai da te” e, in caso di sospetta intolleranza al glutine sottoporsi ad accertamenti medici prima di modificare la propria dieta.
Senza colesterolo
Chi ha problemi di colesterolo alto dovrebbe innanzitutto regolare la propria dieta nel suo complesso e adottare uno stile di vita più sano, con adeguato movimento. Bisogna inoltre tenere presente che solo il 20% del colesterolo che produciamo deriva dall’alimentazione.
La buona educazione
Sia che la nostra dieta sia condizionata da reali esigenze di limitare alcuni alimenti, o da nostre scelte etiche o preferenze, bisognerebbe ricordarsi che chi ci invita a casa a pranzo o a cena non è un ristoratore professionista attrezzato per andare incontro alle più disparate esigenze o mode.
Comunicare prima al nostro ospite quali sono le nostre necessità ed offrirsi di portare la parte del menu corrispondente alle nostre esigenze può essere una buona soluzione per non gravare sull’organizzazione, restando comunque fedeli alle nostre scelte.
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